Il Regalo

Aforismi sul regalo e1491484098381Quando doniamo agli altri, anche noi guadagniamo qualcosa, quel qualcosa che non è visibile ad occhio nudo ma che comunque riempie il cuore. Vedere la felicità negli occhi di chi riceve il nostro dono è ciò che ci rende felici.

I doni che scegliamo rivelano aspetti della nostra personalità, dei nostri bisogni di relazione e delle dinamiche di potere che mettiamo in atto con gli altri.

A Natale, per tradizione, siamo soliti scambiarci dei doni. Facciamo regali in segno di affetto, di gentilezza, di stima o di riconoscenza. Il regalo è dato spontaneamente e senza pretendere nulla in cambio, almeno nella sua definizione.

Nella realtà dei nostri rapporti interpersonali, però, i regali si caricano di una grande quantità di significati. Lo scambio dei regali è un atto sociale carico di aspettative reciproche, di connotazioni emotive; il tipo di regalo è un messaggio che implicitamente definisce o rimarca i rispettivi ruoli, le posizioni di potere, ed esprime caratteristiche di personalità di chi lo fa, la sua identità e i suoi bisogni di relazione. Attraverso il dono, insomma, comunichiamo “Io sono questo”, “Tu hai questa importanza per me”, “ Con te voglio questo tipo di legame”.

Anche la personalità di chi lo riceve concorre a influenzare il modo in cui un oggetto regalato è visto, interpretato, apprezzato o meno, e il valore che gli viene riconosciuto. In tutte le culture, inoltre, il rituale del regalo presuppone che esso vada ricambiato o corrisposto in qualche modo, generando una pressione e una sensazione di essere in debito che ulteriormente influenza la relazione.

I regali che scegliamo rispecchiano i nostri pensieri e credenze sul fare regali, che di solito ereditiamo dalla nostra famiglia o dal gruppo a cui apparteniamo (a quali parenti “bisogna” fare regali a Natale e a quali no, la convinzione che “I regali migliori sono cose pratiche e utili”, o invece “I regali migliori sono le cose originali che uno altrimenti non comprerebbe mai”…) . I doni rispecchiano motivazioni più o meno consapevoli e più o meno “nobili”: non solo dimostrare affetto, amore, amicizia o stima, ma anche sottolineare il proprio potere o il proprio rango, adulare per ottenere qualcosa, cercare di riparare un senso di colpa, suscitare ammirazione.